Il probabile ammaraggio a Bagnoli di una delle regate propedeutiche dell’America’s Cup non può che suscitare perplessità in chiunque si ostini a ragionare sull’interesse pubblico senza cedere alle sirene del marketing urbano. Dieci anni fa la candidatura di Bagnoli all’edizione 2013 fu l’esplicito tentativo di stravolgere il piano regolatore, annacquando la bonifica e sventrando il futuro parco urbano per impiantarvi un megaporto e connesse opere edilizie “provvisorie”. Oggi il sindaco de Magistris pone come condizione inderogabile che lo svolgimento delle regate non alteri le originarie previsioni urbanistiche; occorre però verificare concretamente se gli allestimenti previsti per ospitare le regate siano compatibili con i lavori di riqualificazione ambientale ed urbanistica. Il recupero del litorale, attualmente inquinato da idrocarburi policiclici aromatici e metalli pesanti, richiede tre azioni che, per risultare efficaci, devono essere cronologicamente successive: 1) la rimozione della colmata a mare; 2) la bonifica dei fondali; 3) la bonifica ed il ripascimento degli arenili. Realizzare sulla colmata le attrezzature per le regate 2012-2013 significa quindi rinviare certamente di almeno due anni l’avvio dei lavori per la sua rimozione, già scandalosamente in ritardo. Un analogo rilievo va avanzato per quelle strutture che si pensa di allocare nell’ex area industriale (ricordiamo che c’è un’indagine della magistratura in corso sulla qualità della bonifica ivi realizzata dalla BagnoliFutura SpA). Un’amministrazione che voglia davvero invertire l’andazzo degli anni passati dovrebbe adoperarsi per accellerare la bonifica del litorale anziché determinare ulteriori rinvii, magari intervenendo subito per rivedere i lavori della prima fase, che il Provveditorato alle Opere Pubbliche di Campania e Molise ha già bandito: infatti i fondi stanziati non sono sufficienti e l’ordine cronologico non risulta quello corretto, sicchè essi appaiono più finalizzati a garantire le attività dei lidi balneari privati e realizzare il porto turistico che a bonificare mare e spiagge. La priorità degli interessi collettivi impone invece il recupero ad uso pubblico gratuito dell’intero litorale di Bagnoli, essendo vergognoso che in una città di mare come Napoli manchi una grande spiaggia pubblica balneabile.
Inoltre la proposta di costituire una società ad hoc per gestire l’evento, con la partecipazione di Bagnoli Futura, significa prorogare sine die la vita di una SpA ampliamente fallimentare, che de Magistris si era pubblicamente impegnato in campagna elettorale a sciogliere per restituirne le funzioni ad un soggetto di diritto pubblico, realmente efficiente e democraticamente controllato.
La cronaca degli ultimi quindici anni a Bagnoli insegna che ogni rinvio delle opere di riqualificazione ha legittimato utilizzi “provvisori” impropri del litorale, i quali poi ne pregiudicano il recupero ad uso pubblico. I capannoni di Città della Scienza, ad esempio, occupano a tempo indeterminato il litorale di Coroglio grazie ad un Accordo di Programma del 1997 in deroga al piano regolatore (che ne prevede invece l’abbattimento). Da anni vengono rinnovate ad operatori privati concessioni balneari per lidi dichiarati ufficialmente non balneabili, le cui attività musicali notturne generano inoltre gravi problemi di sicurezza, inquinamento acustico e veicolare. Programmare oggi l’uso “provvisorio” della colmata significa avvalorare l’opinione di chi considera uno sbaglio tout court la sua rimozione. Viene da chiedersi se il passo successivo sarà quello di allestirla, sempre provvisoriamente, per ospitare gli eventi del Forum Universale delle Culture del 2013 (come ha proposto l’anno scorso il presidente della fondazione comunale incaricata di organizzare l’evento, Nicola Oddati, riconfermato in carica dalla giunta de Magistris). Di rinvio in rinvio, sarà facile a qualcuno far leva sull’onerosità dei costi di rimozione per proporre con successo di installarvi le attrezzature portuali o altre strutture turistiche e lasciarla in loco per sempre (pregiudicando così la bonifica del litorale). Proclamare rispetto per il piano regolatore, quindi, non basta: occorre agire conseguentemente, con celerità ed efficacia, per realizzarne le previsioni di interesse generale.
Per un’amministrazione che ha lanciato la parola d’ordine della partecipazione popolare e sta istruendo un articolato programma per realizzarla, appare poi incongruo prendere una decisione di questa importanza a metà agosto, senza alcuna consultazione o verifica pubblica, gettando così un’ombra sul reale valore di questo processo. La partecipazione non è un optional cui ricorrere per legittimare col plebiscito delle assemblee popolari scelte strategiche definite altrove.
Napoli, 7 agosto 2011
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